Tra le eventualità che un imprenditore potrebbe essere chiamato a gestire, vi è anche il triste evento del decesso di un dipendente.
Indipendentemente dalle circostanze che hanno portato a questa dolorosa situazione, il datore di lavoro si trova nella difficile posizione di dover affrontare il complesso compito di liquidare le competenze maturate e quelle accantonate dal defunto.
Le regole per i pagamenti
Questo processo richiede l’identificazione di una serie di beneficiari legittimi che hanno diritto a ricevere quanto spetta loro, insieme all’applicazione delle adeguate regole previdenziali e fiscali.
Nel contesto dei compensi maturati da un dipendente deceduto durante il corso del rapporto di lavoro, il legislatore fa una chiara distinzione, separando gli emolumenti di fine rapporto da tutti gli altri importi maturati ma non ancora percepiti.
In effetti, secondo quanto stabilito dall’articolo 2122 del Codice Civile, il TFR (Trattamento di Fine Rapporto) e l’importo corrispondente all’indennità sostitutiva del preavviso, che sono maturati ma non sono stati ancora ricevuti dal dipendente deceduto, devono essere erogati dal datore di lavoro ai beneficiari legali. Questi beneficiari includono il coniuge, i figli, i parenti entro il terzo grado e gli affini entro il secondo grado, purché fossero a carico del prestatore di lavoro. Il pagamento deve essere effettuato in accordo con gli aventi diritto stessi o, in caso di mancato accordo, secondo le necessità di ciascuno, a discrezione del datore di lavoro.
Nel caso in cui non ci siano aventi diritto, questi importi devono essere erogati rispettando la successione legale stabilita dagli articoli 565 e seguenti del Codice Civile o alle persone esplicitamente nominate dal defunto nel proprio testamento come beneficiarie di tali somme. Se tra gli aventi diritto ci sono dei minori, è essenziale coinvolgere un giudice tutelare, anche se il genitore superstite è presente, poiché potrebbero sorgere conflitti di interesse tra il genitore e i figli.
Tutti gli altri emolumenti, diversi dal TFR e dall’indennità sostitutiva del preavviso, che sono stati maturati dal lavoratore defunto ma non sono stati percepiti (ad esempio, la retribuzione dell’ultimo periodo di lavoro non completato, le quote di mensilità aggiuntive, le indennità per ferie e permessi non utilizzati, ecc.), devono essere inclusi nell’eredità e successivamente distribuiti agli eredi designati nel testamento, in base alla quota spettante a ciascuno.
È importante notare che questi importi sono soggetti a un trattamento fiscale diverso. Gli emolumenti correnti sono tassati come redditi da lavoro dipendente in modo ordinario, mentre gli emolumenti arretrati e l’indennità sostitutiva del preavviso sono soggetti a una tassazione separata.
I compiti del datore di lavoro
Il datore di lavoro, una volta identificati gli aventi diritto per il TFR e gli eredi per gli altri emolumenti, deve compilare una busta paga separata (a nome del dipendente defunto) che includa gli importi lordi e le ritenute per il TFR, l’indennità sostitutiva del preavviso e qualsiasi altro emolumento dovuto. Successivamente, è tenuto a distribuire a ciascuno la parte spettante del netto risultante, insieme a una copia del prospetto paga.